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Plastic Tax in Emilia Romagna – il punto di Celestino Bottoni – Confederazione ASSO
L’Emilia Romagna, da sempre fucina di eccellenze in ambito agroalimentare ed industriale, pare essere presa di mira dalle nuove tassazioni che, nel 2020, si focalizzeranno su plastica e zucchero. Ne abbiamo parlato con il Dott. Celestino Bottoni, Capo Dipartimento Tutela Criticità Tributarie – Confederazione ASSO
Un recente rapporto dell’Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il Confezionamento e l’Imballaggio (Ucima) ha rilevato che in Emilia Romagna si trova la maggiore concentrazione al mondo di industrie per la produzione di macchine per il confezionamento e l’imballaggio (la “packaging valley” di Bologna). Un settore in cui l’Italia è leader mondiale insieme alla Germania, che genera un fatturato superiore ai 7,85 miliardi di euro, in crescita del 9,4%, e che si conferma “uno dei comparti industriali italiani più vitali”, con una propensione all’export che tocca l’80%. Con questi numeri e considerata la necessità per il nostro Paese di sviluppare l’industria e aumentare i fatturati, come si inquadra la “plastic tax”? Come si potrebbe coniugare la salvaguardia dell’ambiente con una politica imprenditoriale che, soprattutto in Emilia Romagna, non vada a ledere un settore della nostra industria leader nel mondo?
R – Con l’articolo 1 della Legge 160,19 , commi dal 634 al 658 si è varata una nuova imposta, la “PLASTIC TAX”, per la salvaguardia dell’ambiente. Siamo in attesa, anche qui, dei decreti attuativi che dovrebbero arrivare per maggio. L’imposta è pervista nella misura del 0,45 euro per ogni chilogrammo di materia di plastica, con una franchigia di euro 10.
La norma si rivolge verso il settore MACSI (piatti, posate e bicchieri monouso in plastica). In fase di conversione sono state eliminati, dall’imposta, i beni, i prodotti compostabili conformi alla nomar UNI En 13432:2002.
Se un primo plauso potrebbe essere l’aver previsto un credito d’imposta, pari al 10% delle spese sostenute per il 2020 per l’adeguamento tecnologico, per lo stesso motivo si chiede di volere intervenire aumentando il massimale che è previsto nella misura di euro 20.0000 per ogni beneficiario e con un limite complessivo di 30 milioni per il 2021.
Per queste prime ragioni si chiederà, come ASSO, un maggior investimento pubblico.
Pensiamo che la conseguenza diretta sarà la riduzione degli investimenti e delle assunzioni e in Emilia-Romagna il danno sarà altissimo perchè qui abbiamo la “packaging valley”, industrie modernissime che già da sole e per iniziativa personale stanno mettendo in campo scelte ambientalmente più sostenibili.
Fonte: giornalepartiteiva.com
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