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A.N.CO.T, è positivo il dialogo con il mondo politico

Dalla Legge 4/2013 all’inserimento nel Registro INI-PEC, l’approccio propositivo è vincente.

Giovedì 16 luglio 2020, il Decreto Semplificazioni, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, rende merito a tutti coloro i quali hanno creduto nella battaglia di civiltà, a servizio della comunità, che l’Associazione Nazionale Consulenti Tributari ha condotto a partire dal 2017. L’indicazione che chiedeva l’allargamento all’indice INIPEC anche per i tributaristi è stata recepita ed il decreto legislativo del 7 marzo 2005, n.82, è stato modificato inserendo, al comma 2 dell’articolo 6-bis, la seguente modifica “Nell’Indice nazionale sono inseriti anche i domicili digitali dei professionisti diversi da quelli di cui al primo periodo, iscritti in elenchi o registri detenuti dalle pubbliche amministrazioni e istituiti con legge dello Stato” e successivamente, “alla rubrica, dopo le parole “delle persone fisiche”, sono inserite le seguenti: “..dei professionisti” e dopo le parole “in albi” sono inserite le seguenti “…elenchi o registri”.

Se stessimo descrivendo la trama di un film, dovremmo però dire che è necessario più di un flashback.

L’azione politica dell’A.N.CO.T “a servizio della polis”, dunque di tutti, non può sintetizzarsi solo con il recente successo sull’INI-PEC, che ha le sue basi nel lavoro iniziato nel 2017 e conclusosi, il 7 gennaio 2019, con l’approvazione dell’Ordine del Giorno ad opera dell’Onorevole Raffaele Trano di “valutare l’opportunità di includere, nel novero dei soggetti obbligati all’iscrizione dell’indirizzo di posta elettronica certificata… in generale a tutti i professionisti esercenti l’attività di cui alla legge n.4 del 14 gennaio 2013”.

“Partendo proprio da quell’ordine del giorno, per il quale vogliamo ringraziare il Ministero dello Sviluppo Economico per aver espresso parere favorevole, è importante sottolineare come l’A.N.CO.T – ricorda il Presidente Celestino Bottoni – abbia lavorato ininterrottamente, dal 2017, attraverso le audizioni a cui ha partecipato, per raggiungere questo risultato. Voglio ringraziare tutti coloro i quali hanno contribuito al raggiungimento di un obiettivo che è una conquista per tutti, intendendo sia i colleghi che hanno combattuto questa battaglia di civiltà, sia i rappresentanti politici che hanno saputo coglierne l’importanza. L’inserimento dei tributaristi nel registro INI-PEC è legato a filo doppio con il concetto di semplificazione. Era sconcertante che il Legislatore non avesse inserito i tributaristi, riconosciuti dalla Legge 4/2013, nell’elenco, perché si tratta di una categoria professionale riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico e delegata dalle imprese ai rapporti con la Pubblica Amministrazione”.

L’A.N.CO.T ritiene che fosse anche logico sanare questo vulnus, perché già con le PEC i tributaristi assistono le imprese nei rapporti telematici con l’Agenzia delle Entrate: è dunque una modifica dagli ampi ed evidenti risvolti pubblici, poiché la semplificazione riguarderà da oggi anche cittadini ed imprese, che consultando il registro potranno trovare anche le PEC dei professionisti non ordinistici e dunque avranno accesso ad un quadro più veritiero sotto il profilo informativo.

Tuttavia, “questo risultato – prosegue Celestino Bottoni – è il simbolo dell’approccio che l’A.N.CO.T ha sempre avuto nei confronti degli interlocutori istituzionali: quello proattivo, fatto di proposte concrete, spesso semplici e senza gravami di spesa per lo Stato, che però nascono dalle esigenze sul campo. Credo che il mondo politico ci veda come interlocutori di esperienza perché alla protesta preferiamo anteporre i nostri studi e le soluzioni che ne derivano”.

Riavvolgendo la pellicola e tornando ai giorni del lockdown, fino al Decreto Semplificazioni, “ci siamo impegnati per dare un sostegno al Governo nei giorni più bui della pandemia. Non sempre siamo stati d’accordo con quanto contenuto nei decreti, ma abbiamo sempre apprezzato lo sforzo fatto dalle istituzioni in situazioni mai verificatisi prima”.

Sui decreti “Cura Italia” e “Liquidità”, ravvisando in prospettiva i primi segnali di una crisi economica, l’A.N.CO.T evidenziò una “terapia” quasi esclusivamente basata sul sovraindebitamento garantito dallo Stato.

“In quel momento – prosegue il Presidente Bottoni – l’A.N.CO.T. ha avuto il privilegio e l’onore di poter seguire le attività del COLAP, della Confederazione ASSO e della Confederazione AEPI con le quali ha condiviso le linee generali per la fiscalità, facendo quadrato e lavorando unitariamente per elaborare suggerimenti e trasformarli in possibili emendamenti”.

L’Ancot giudicò poi in modo moderatamente positivo il decreto “Rilancio”, varato dal Governo con l’obiettivo di inaugurare la fase due della pandemia: “Anche in quel caso non dimenticammo di avanzare proposte imperniate, tra l’altro, su una netta semplificazione fiscale ed amministrativa, pur riconoscendo la bontà di un contributo a fondo perduto da allargare anche agli autonomi ed il “volano” dato dagli incentivi per l’efficientamento energetico, con l’aggiornamento del sisma bonus e il potenziamento del fotovoltaico. Chiedemmo un’accelerazione anche sulle semplificazioni, il Paese continuava, e continua, ad essere troppo burocratizzato”.

Ed a proposito di eccessiva burocrazia, l’Associazione Nazionale Consulenti Tributari partecipò, in seguito, insieme alla Confederazione AEPI a cui aderisce, all’audizione degli Stati Generali a Villa Pamphilj: “Si trattò di un confronto prezioso con il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per dare voce a tutti i nostri professionisti. Era necessario, anche in tal caso, portare a conoscenza dell’Esecutivo alcune proposte nell’ottica di dare al sistema Italia quella riforma fiscale finalizzata alla semplificazione e all’equità di cui necessita: la credibilità di qualsiasi strategia di rilancio, a nostro avviso, passa anche attraverso la battaglia contro un’eccessiva burocrazia. Andava sottolineata l’importanza di tutelare allo stesso modo imprese e professionisti, poiché questi ultimi sono colpiti allo stesso modo dal dislivello tra domanda ed offerta che è stato causato dal lockdown e dalle sue conseguenze”.

Il filo conduttore di questa sintesi, non esaustiva, del lavoro fatto dall’Associazione è proprio la semplificazione, che ha portato all’inserimento dei tributaristi nel Registro INIPEC di giovedì scorso, “frutto di un lavoro lento, fatto con passione da anni, dando un fattivo contributo attraverso le tante audizioni parlamentari, nelle Commissioni Finanze e Tesoro, come ad esempio quella sulle “Disposizioni per la semplificazione fiscale, il sostegno delle attività economiche e delle famiglie ed il contrasto dell’evasione fiscale”, relativa alla Proposta di legge C.1074, presieduta dall’Onorevole Carla Ruocco”.

Va però sottolineato che “l’A.N.CO.T si confronta con le commissioni parlamentari in tema di semplificazione da anni: nel settembre 2018, per citare uno dei confronti intercorsi, noi ricordammo ai convenuti che, nell’esercizio d’imposta 2017, l’insieme di tutti i modelli fiscali avevano formato un tomo di 346 pagine, con l’esclusione degli Studi di Settore. Per spiegare tali modelli fiscali, furono necessarie all’epoca 1.257 pagine di istruzioni ministeriali”.

La volontà pragmatica e connaturata all’A.N.CO.T di “mettersi a disposizione” è emersa “perché gli emendamenti proposti direttamente o per il tramite delle associazioni alle quali aderiamo e che hanno fatto propri i nostri indirizzi, sono sempre stati a favore della collettività e non di un singolo settore professionale. Naturalmente, va riconosciuta la forza delle confederazioni all’interno delle quali le nostre proposte hanno avuto una cassa di risonanza maggiore”.

È dunque una strada lunga e non priva di ostacoli quella che ha portato una delle proposte emendative A.N.CO.T ad essere ricompresa nel “Decreto Semplificazioni” lo scorso 16 luglio: un percorso che, se vogliamo, ha quale altro momento indimenticabile il 14 gennaio 2013, giorno in cui l’enorme mole di lavoro dell’Associazione vide in Gazzetta Ufficiale il suo compimento con l’approvazione della Legge 4/2013 sulle “Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordine, albi e collegi”.

Quel giorno costituì “uno spartiacque per tutto il sistema delle professioni non ordinistiche – afferma l’allora Presidente Arvedo Marinelli – un grande risultato frutto di una serie quasi infinita di lotte, ma che sono riuscite a farci ottenere un risultato di portata storica”.

“I nostri risultati – conclude Celestino Bottoni – per la loro natura onnicomprensiva e palesemente positiva nei risvolti, a favore di tutti i cittadini, hanno sempre avuto un ascolto trasversale presso la classe politica, almeno a partire dall’ottobre 2015, dal primo Meeting delle Professioni a Caserta, quando la rappresentanza delle istituzioni fu numerosa ed attiva, durante i lavori e quando al nostro fianco c’era l’allora Segretario Nazionale Saturno Sampalmieri, che aveva avuto la soddisfazione di condividere con i suoi amici e colleghi le prime semplificazioni sulla rappresentanza presso gli uffici amministrativi. A lui ed a tutti coloro i quali l’hanno preceduto, un ringraziamento per aver indicato la via che stiamo seguendo oggi”.

Il dialogo è vincente, ma d’altronde in una democrazia le decisioni si prendono parlando. E, per parlare, bisogna innanzitutto saper ascoltare. L’A.N.CO.T agisce così, senza pregiudiziali e con il desiderio di collaborare con chiunque voglia migliorare, nel settore che ci compete, la vita degli italiani.

Fonte: ancot.it

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