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Introdurre meccanismi nuovi per compensare le perdite di fatturato: la proposta di ASSO

All’apertura della Fase2 rimangono aperti molti fronti: dubbi su procedure e attività per mettere in sicurezza le aziende, criticità sugli interventi per garantire liquidità al sistema produttivo, problemi fra “quello che si sta facendo” e “quello che si dovrebbe fare”.

Abbiamo chiesto una valutazione di merito e di prospettiva a Diego Pizzicaroli, Presidente della Confederazione ASSO (Associazionismo Sindacale Solidale Organizzato).

Dott. Pizzicaroli, che orizzonte abbiamo di fronte?

Da più parti sentiamo parlare di guerra contro un nemico invisibile, ci sentiamo dire che nei prossimi giorni ci troveremo ad affrontare quella che e’ stata definita la crisi peggiore dalla Grande Depressione del 1929. Siamo di fronte ad una situazione eccezionalmente grave. La pandemia sta mettendo in ginocchio l’economia mondiale, ma mentre gli altri Paesi riaprono le attività economiche e affrontano la crisi con una visione globale, noi lasciamo che sia solo la scienza a governare, non la politica. E’ necessario, invece, intervenire subito con estrema decisione per salvaguardare tutto il nostro Sistema paese. Questa deve essere una priorità assoluta se si vuole evitare di compromettere la capacità di rinascita del paese.

La risposta di questo governo è sufficiente? Che cosa dovrebbe fare?

Mai come in questo momento la politica sta dimostrando di essere completamente lontana dalla realtà, di essere sorda ai bisogni reali della gente, delle imprese. Questo Paese sta rischiando uno shock recessivo che avrà conseguenze catastrofiche per tutti. Dietro l’alibi della scienza si nasconde l’incapacità di uno Stato di far fronte ad una situazione emergenziale, sì, ma che non si combatte e risolve solo con l’isolamento, ma anche con l’impegno di tutti. I cittadini italiani hanno fatto e stanno facendo la propria parte, ora tocca al governo fare la propria parte, quella del bene del Paese.

Le piccole e medie aziende, lo diciamo da sempre, sono il fulcro, il vero cuore pulsante dell’Italia, ma se non interveniamo subito, queste aziende chiuderanno, causando forti ripercussioni a livello occupazionale e non solo. Saranno competenze, tradizioni, e specializzazioni che andranno perdute per sempre, caratteristiche che hanno fatto grande questo Paese.

La linea di intervento impostata da questo governo e’ inefficace, inadeguata a rispondere ai  bisogni reali della gente e delle imprese.

Quali sono le proposte di ASSO?

Secondo noi la prima cosa da fare e’ introdurre meccanismi nuovi, idonei a far affluire con tempestività una liquidità sufficiente a compensare, almeno in parte, le perdite di fatturato subite a partire dal 1° marzo da tutte le attività economiche, imprese piccole, medie e grandi, lavoratori autonomi, liberi professionisti, titolari di partite Iva in genere. Questo Stato dovrebbe intervenire subito, unicamente e  direttamente attraverso il sistema finanziario delle casse dello Stato, non passando tramite le banche. Mentre la banca valuta la pratica e mentre arrivano i soldi, l’impresa ha chiuso. Inoltre, se per una qualsiasi ragione, un imprenditore o qualsiasi altra persona o impresa, hanno avuto una segnalazione alla Centrale Rischi, anche solo per una rata saltata, la pratica non va avanti e la banca blocca l’arrivo dei fondi. Questo e’ un fattore discriminante inaccettabile in questo momento. Altra cosa paradossale che sto riscontrando tra i nostri associati e’ che, per l’erogazione dei prestiti, la banca non considera sufficiente la garanzia dello Stato, chiedendo un’ulteriore garanzia personale, come a dire che la garanzia dello Stato e’ carta straccia, non vale nulla. Inoltre, se chi richiede il prestito ha dei pregressi con la banca, viene chiesto di far fronte prima a quello per accedere al prestito. Tutto questo e’ veramente una vergogna.

Il problema, quindi è, in parte, il sistema bancario?

Per una parte importante si. Il sistema bancario non sta collaborando, anzi, sta esercitando, come sempre, un sopruso del proprio potere ed una distorsione delle indicazioni a propria discrezione, senza tenere conto, minimamente, non solo delle esigenze vitali di chi ha chiesto e ha bisogno di quel prestito, ma neanche della politica che ha dato loro delle indicazioni ben precise. Davanti a tutto questo, il governo non sta facendo nulla. Questo immobilismo, se non fermato, porterà ad un collasso a catena dell’economia, che avrà conseguenze anche sociali gravissime. Il problema e’ anche, come sempre, la burocrazia. Come abbiamo messo in standby la libertà dei cittadini, altrettanto si può fare della burocrazia, che da sempre affligge questo Paese. Bisogna avere il coraggio di  scardinare certe prassi burocratiche inutili. L’ideale sarebbe ridurre la burocrazia in questo momento di emergenza, azzerare le tasse del 2020 e spalmare il debito con l’erario in vent’anni, ottenendo uno sconto sulle tasse future se estingui il debito prima della scadenza. Prima estingui il debito e maggiore sarà lo sconto.

L’ideale sarebbe ricevere il prestito statale al più presto, e soprattutto una parte del quale a fondo perduto; magari impostare un piano di rientro gestito tramite l’Agenzia delle Entrate, che si compensi con i debiti che la pubblica amministrazione ha con le aziende. Lo Stato dovrebbe ascoltare chi conosce i problemi delle aziende e agire tempestivamente per far ripartire questo Paese.

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